Per la prima volta, dopo decenni di ricerche, è statoindividuato nello spazio il primo tipo di molecola che si sia mai formata nell’universo. I ricercatori ne hanno trovato le tracce proprio all’interno della nostra galassia, utilizzando SOFIA (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy), uno strumento della NASA.

La prima peculiarità della scoperta, in realtà, riguarda proprio SOFIA che, a differenza di altri telescopi che si trovano sulla Terra o nello spazio, è un telescopio avio-trasportato, in grado di studiare il cosmo mentre si trova a bordo di un aeroplano Boeing 747SPappositamente modificato: in volo, a quasi 14.000 m d’altezza, ha puntato i suoi sensibili strumenti nelle profondità del cosmo.

Ma cosa si intende con “il primo tipo di molecola che si sia mai formata nell’universo”? A spiegarlo intervengono gli scienziati della NASA, nel post pubblicato sul sito ufficiale dell’agenzia spaziale statunitense. A quanto pare, quando l’universo era ancora molto “giovane” esistevano solo pochi tipi di atomo. Secondo i ricercatori, la formazione della prima molecola risale a circa 100.000 anni dopo il Big Bang, quando elio e idrogeno si combinarono creando l’idruro di elio.

Illustrazione della nebulosa planetaria Ngc 7027 e della molecola idruro di elio. Fonte: NASA

Una molecola dalla vita breve ma dal ruolo importante perché, come fa notareMedia Inaf, “fu alla base della creazione dell’idrogeno molecolare, primo componente delle stelle e di tutta l’evoluzione chimica successiva”.Ottenuto in laboratorio nel 1925, lo ione idruro di elio non era mai stato osservato nello spazio fino a oggi, quando è stato finalmente rintracciato nei resti di una stella esplosa, la nebulosa planetaria Ngc 7027.

Quest’ultima si trova a 3.000 anni lucedalla Terra, nella costellazione del Cigno, ed era stata individuata dagli scienziati come potenzialmente adatta ad ospitare l’idruro di elio, perché coniugava la giusta combinazione tra radiazione ultravioletta e calore proveniente da una stella. La precisa identificazione della molecola è stata possibile grazie a SOFIA che, in virtù della sua natura che gli permette di tornare a Terra dopo ogni volo, è stata aggiornata con gli ultimi ritrovati tecnologici specifici per questa missione.

Così, il telescopio SOFIA è stato implementato con GREAT (German Receiver at Terahertz Frequencies), uno strumento che funziona come unricevitore radio: sintonizzati sulle frequenze della molecola desiderata, gli scienziati sono saliti a bordo dell’aereo e si sono messi in “ascolto” dei dati in tempo reale. Ed ecco, chiaro e limpido, arrivare il segnale dell’idruro di elio.

La scoperta prova quindi che l’idruro di elio può esistere nello spazio, confermando un elemento chiave della comprensione relativa alla chimica dell’universo primordiale e di come si sia poi evoluto nel corso di miliardi di anni fino a divenire il complesso scenario chimico odierno. L’idea è questa: dopo il Big Bang, più di 13 miliardi di anni fa, l’universo era molto caldo ed esistevano pochi tipi di atomo, soprattutto elio e idrogeno; man mano che gli atomi iniziarono a combinarsi, creando le molecole, l’universo si raffreddò e iniziò a prendere forma.

Grazie al raffreddamento, gli atomi di idrogeno interagirono con l’idruro di elio, portando così alla formazione dell’idrogeno molecolare, alla base della formazione delle prime stelle, grazie alle quali si sono formati tutti gli altri elementi. I risultati di questa scoperta, raggiunta grazie alla collaborazione tra le agenzie spaziali tedesca e statunitense che gestiscono SOFIA, sono stati pubblicati su Nature.