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Il 10 settembre del 2017 sul Sole si è verificata un’intensa esplosione, catturata dal Solar Telescope(SST), il telescopio dell’Accademia svedese delle scienze, operativo all’Osservatorio di Roque de los Muchachos (La Palma, Isole Canarie), dotato di sofisticati strumenti per lo studio della nostra stella. David Kuridze, del Dipartimento di fisica della Aberystwyth University (Galles, UK), ha elaborato i dati relativi a quella eruzione solare, giungendo alla conclusione che il campo magnetico del Sole può raggiungere un’intensità anche dieci volte superiore a quanto suggerivano ricerche precedenti.

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Animazione: clicca sull’immagine per ingrandirla e avviare l’animazione (vedi anche 365 giorni di Sole). | ESA/ROYAL OBSERVATORY OF BELGIUM

Kuridze monitorava una regione della corona solare considerata molto attiva, ed effettivamente lì è avvenuta l’eruzione di altissima intensità che il ricercatore ha potuto misurare con una precisione senza precedenti, e che gli ha poi permesso di giungere a quei risultati sul campo magnetico.

«Tutto ciò che accade nell’atmosfera solare esterna è dominato dal campo magnetico», spiega il ricercatore, «ma abbiamo pochi dati sulla sua intensità e su altre caratteristiche: così è difficile studiare il Sole. È come se si volesse studiare il clima della Terra senza essere in grado di misurare la temperatura delle varie regioni del pianeta.»

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L’astrofotografo Philippe Tosi ha catturato un’eruzione solare nel pieno della sua potenza: in alto a destra, il paragone con le dimensioni della Terra. Vedi anche: 15 fatti che rimettono l’Universo in prospettiva. | PHILIPPE TOSI VIA SPACEWEATHER.COM

Il lavoro di David Kuridze mostra che il campo magnetico del Sole non solo può essere molto più intenso di quel che si pensava, ma anche molto variabile – non possiamo rimediare, è ovvio, ma possiamo sempre lavorare per mitigare i danni di un’eventuale eruzione solare particolarmente intensa sulle nostre tecnologie.