Il presunto “sistema” di gestione definito dai pm in oltre 500 pagine di accuse e riscontri

Come in un tetris tutti i pezzi devono andare al loro posto. Le richieste che arrivano sono molte e di peso differente. “Se me lo chiede Barberini mi pesa eccetera, e qualcosa famo. Se lo chiede (omissis) non me ne frega” dice il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca, ai domiciliari, in un’intercettazione riportata dal Corriere della Sera e contenuta nella richiesta della Procura di Perugia. Ma quando tutti i tasselli vengono messi al loro posto con successo allora il concorso è un “bijoux”. “Le sistemamo tutte e tre così abbiamo fatto contenti tutti” intercetta a Guardia di finanza durante una conversazione tra Duca e il direttore amministrativo Maurizio Valorosi, anche lui agli arresti domiciliari.

Nell’inchiesta, come noto, è coinvolta anche la presidente della Regione, Catiuscia Marini, C’è una intercettazione che sembra inguaiarla. La presidente chiede contro, secondo quanto emerge dagli atti, al direttore generale delle domande di un determinato concorso. E il dg, spiegando che le prove da superare sono tre, specificherebbe che, essendo la prima più selettiva, “quindi è naturale che se non ci attrezziamo”.

Per i pm Mario Formisano e Paolo Abbritti le elezioni ormai prossime, 2020, e il rinnovo delle cariche dirigenziali avrebbe potuto significare l’occasione per riscuotere i crediti maturati con la politica, in un sistema reiterato di irregolarità che non sembrerebbe, sempre dalle intercettazioni, essere limitato all’Azienda ospedaliera. Una ulteriore conferma al fatto che l’inchiesta sembra destinata a proseguire e oltrepassare i confini del Santa Maria della Misericordia.

Già da oggi dovrebbero iniziare gli interrogatori di garanzia degli indagati raggiunti da misura cautelare. Tra i difensori degli indagati gli avvocati Marco Brusco, David Brunelli, Flavio Grassini, Francesco Falcinelli.