Alexandria Ocasio-Cortez, deputata del Congresso americano, è andata insieme a una delegazione a visitare i centri di detenzione per migranti in Texas, al confine tra Messico e Stati Uniti. Documentando tutto su Twitter ha denunciato le condizioni disumane in cui vengono tenuti i migranti

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“Ora ho visto cosa avviene dentro queste strutture (…). Le persone bevono l’acqua dai gabinetti e gli ufficiali sghignazzano in faccia ai membri del Congresso”. Le parole e le immagini che Alexandria Ocasio-Cortez, deputata del Congresso americano, ha pubblicato dopo aver visitato insieme a una delegazione del Congresso alcuni centri di detenzione per immigrati in Texas, al confine tra Stati Uniti e Messico, hanno scatenato un terremoto. 

Nella struttura di Clint (Texas)  la deputata ha denunciato le atroci condizioni in cui vengono tenuti i migranti,nelle mani della polizia di frontiera americana, dopo la politica di “tolleranza zero” di Donald Trump. 

Alexandria Ocasio-Cortez era stata derisa quando aveva definito quelli al confine dei “campi di concentramento”. Ma negli ultimi giorni la definizione usata dalla deputata si è rivelata giustificata: immagini terribili e testimonianze di condizioni disumanesono state lanciate sul suo profilo Twitter e su quello del rappresentante democratico per lo stato del Texas, Joaquin Castro, che è riuscito a introdurre nelle celle un device per documentare, come comunica la stessa Ocasio con un tweet: “I membri del congresso hanno dovuto consegnare i loro telefoni prima del giro con la polizia di frontiera. Ma Joaquin Castro è riuscito a far entrare un dispositivo. Questa è la foto delle donne con cui abbiamo parlato” e posta l’immagine che potete vedere qui sotto. 

Campo di detenzione

“Queste donne ci hanno detto che la polizia di frontiera ha fatto un sacco di pulizia prima del nostro arrivo. (…) Ci hanno detto che sono state 15 giorni senza fare la doccia e che è stato permesso loro di lavarsi 4 giorni fa (quando la nostra visita è stata annunciata)”. In un altro tweet la deputata posta la foto di una bustina di shampoo: “Una donna mi ha dato questa bustina. C’è scritto ‘shampoo’ ma mi ha detto che questo è tutto ciò che danno alle donne per lavarsi tutto il corpo. Nient’altro. I capelli di alcune di quelle donne stavano cadendo. Altre erano rimaste 15 giorni senza fare la doccia”. 

“Questo momento cattura com’è per una donna nelle mani della polizia di frontiera dividere una cella stretta – anche per 50 giorni – e non potersi fare la doccia per 15 giorni o avere cure fondamentali”, twitta, come potete vedere qui sotto, Joaquin Castro postando un video. “Per alcune di loro questo significa anche essere separate dai loro figli. Questa è la stazione di El Paso”. 

Ocasio-Cortez denuncia di aver trovato detenuti che dormivano per terra, con una disponibilità limitata di acqua potabile. Alle donne gli agenti avrebbero addirittura detto di bere l’acqua del gabinetto, mentre la polizia sghignazzava di fronte alla delegazione del congresso. 

In un tweet del primo luglio, rispondendo a David Martosko del DailyMail che criticava lo sdegno della deputata pubblicando la foto dei sanitari del centro di detenzione di Clint in Texas che potete vedere qui sotto, la Ocasio-Cortez scrive: “Questi effettivamente erano la tipologia di gabinetti che abbiamo visto nelle celle. Tranne che ce n’era solo uno e il rubinetto non funzionava. Ayanna Pressley ha provato ad aprire il rubinetto e non è uscito nulla. Così alle donne è stato detto che potevano bere dalla tazza”.

Durante la visita della deputata, Nbc News ha rivelato l’esistenza di un rapporto interno del Dipartimento della Sicurezza Nazionale, in cui si descrivono le condizioni nella struttura di El Paso (Texas). “Erano disponibili solo quattro docce per 756 immigrati, più della metà degli immigrati erano detenuti all’esterno e gli immigrati all’interno venivano tenuti in celle dove vivevano il quintuplo delle persone che potevano essere ospitate», riporta la Nbc. “Una cella pensata per un massimo di 35 soggetti, deteneva invece 155 maschi adulti con un solo bagno e lavandino. La cella era così affollata che gli uomini non potevano sdraiarsi per dormire”. Qui sotto potete vedere due foto scattate lo scorso giugno nei centri di detenzione del Texas, in cui si vedono uomini, donne e bambini ammassati nelle celle. 

Postando queste immagini, Ocasio-Cortez commenta: “Secondo gli esperti di campi di concentramento le persone iniziano a morire per sovraffollamento, trascuratezza, e carenza di risorse. Abbiamo visto tutti e tre questi segnali nella nostra visita di ieri. Un’altra persona è morta ieri. E queste sono solo le morti di cui veniamo a conoscenza”.

Proprio per aver definito i centri di detenzioni al confine “campi di concentramento”, la Ocasio-Cortez era stata già duramente criticata. Molti repubblicani e alcuni gruppi ebraici l’hanno attaccata per la scelta del termine, sostenendo che la donna stesse politicizzando l’immagine dell’Olocausto e caratterizzando in maniera non adeguata la situazione. Ma tra chi si è schierato a suo favore ci sono 140 studiosi esperti di Olocausto e altri genocidi, che hanno criticato l’Holocaust Memorial Museum degli Stati Uniti per essersi opposto alla definizione dei centri di detenzione data dalla deputata. 

“Rifiutando in maniera netta qualsiasi sforzo di creare analogie tra l’Olocausto e altri eventi, storici o contemporanei, l’Holocaust Memorial Museum sta prendendo una posizione radicale che (…) rende quasi impossibile imparare dal passato”, denunciano in una lettera aperta pubblicata il primo luglio dal New York Review of Books. “Il cuore dell’educazione dell’Olocausto è di allertare il pubblico ai pericolosi sviluppi che derivano dalla violazione dei diritti umani. Fare analogie col passato è fondamentale per questo obiettivo”.

Le autorità dell’immigrazione hanno accusato la deputata di disinformazione. Ma sia le immagini pubblicate durante il tour che il rapporto del Dipartimento di sicurezza le danno ragione. 

Tutti i detenuti hanno dei diritti che devono essere rispettati e una dignità che non può mai, per alcun motivo, essere calpestata. La detenzione, inoltre, non può essere un modo per gestire l’immigrazione. Quando la detenzione è usata per “gestire” il flusso di migranti, e avviene nelle condizioni denunciate in questi giorni, il rischio è racchiuso proprio nella definizione data da Alexandria Ocasio-Cortez.