Amazzonia e Siberia in fiamme, 500 milioni di api morte solo in Brasile. Aumentano le disuguaglianze e il controllo globale. Siamo al disastro. La Terra ci sta chiamando a un cambio profondo di coscienza. Pregate tutti affinché scenda luce nelle menti degli uomini”. Questo è quanto ho scritto in un post su Facebook ieri.

Qui dentro c’è anche uno dei motivi per cui ho diradato enormemente la mia collaborazione, peraltro piacevolissima, con Il Fatto Quotidiano. Ovvero, i temi che affronto interessano solo relativamente un pubblico abituato a seguire per lo più vicende politiche e sociali, sicuramente importantissime. Anche per me il primo impegno è di carattere sociale, infatti presiedo una Ong che sostiene decine di bambini poveri in Brasile. D’altra parte le mie ricerche, da decenni, sono orientate anche agli aspetti psichici, psicosociali e spirituali della vita. Dunque sono consapevole del fatto che tali temi sono di interesse marginale per un pubblico orientato ad altro, ma io la vedo così e non ci posso fare nulla.

La devastazione totale

Il disastro al quale stiamo assistendo apparentemente impotenti ha il vantaggio di mettere tutta l’umanità con le spalle al muro e di offrire un assist impagabile per introdurre certi temi.
Dunque le foreste bruciano, le api muoiono, il mare è pieno di plastica, così come il nostro sangue e le cose sul piano sociale stanno andando sempre peggio.

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Non solo. È di recente pubblicazione un’intervista a Jim Rickards, il quale sostiene che l’élite bancaria globale stia architettando una crisi finanziaria senza precedenti che prevede di congelare gli averi di centinaia di milioni di persone, con l’obiettivo di creare un unico governo mondiale, con una moneta unica, al quale dovranno assoggettarsi tutti, Donald Trump eStati Uniti inclusi. Potrebbe essere una boutade del Mago Amon che legge le carte o del solito complottista, se non fosse che Jim Rickards, da decenni, è consulente della Cia, della Casa Bianca e del Pentagono.

Dunque ci troviamo in una situazione nella quale anche quelli che dicono “ma io sto bene” dovranno muovere le chiappe. Siamo al disastro. E incredibilmente, anche se ovviamente la cosa ha uno sgradevole sapore new age e radical-chic, ci sono molte profezie che parlavano di tutto questo, in diverse tradizioni, e tutte convergono all’incirca su questo periodo storico. Tra tante una è l’Armageddon, un’altra è molto più recente e risale al 1969, manifestata dal medium e veggente brasiliano Xico Xavier, il quale poneva una “data limite” per l’umanità nel 19 luglio del 2019, ovvero esattamente 50 anni dopo lo sbarco sulla Luna. Data limitesignifica che dopo questa data sarebbero accadute molte cose sul piano energetico, sia in senso positivo che negativo. Non approfondisco in questa sede poiché potrebbe essere fastidioso per chi non ci crede affatto.

Sciocchezze, per molti, ci mancherebbe. Sono anche consapevole di prestare il fianco, riportando queste cose, a una quantità di eroi da tastiera che sanno come tutto questo siano idiozie per creduloni. Può darsi. Le verità sono sempre molte, lo dice anche la scienza. Resta il fatto che siamo nei pasticci serissimi e non possiamo fare altro che pensare a un cambiamento di coscienza di tutta l’umanità nel suo insieme, partendo da ogni singolo individuo, per far fronte a una situazione simile.

Stanno scomparendo alberi, foreste, animali, biodiversità, habitat per animali e gruppi indigeni e non. Si alzano i livelli dei mari e il clima potrebbe precipitare drasticamente. Il terreno bruciato non sarà coltivabile a causa dell’acidità. Quello che resterà non servirà a niente. Milioni di chilometri cubi di ossido di carbonio sono immessi nell’atmosfera. I governi sono incapaci di fare fronte a un’emergenza simile. Persino i mostri come Trump o Jair Bolsonaro, che se ne fregano degli indios e dell’ambiente – anzi, preferirebbero eliminare le loro culture dalla faccia della Terra – non hanno la minima idea di cosa dire e cosa fare.

Lo stesso Bolsonaro, al quale occorre riconoscere una certa becera creatività quando apre bocca, ha inventato ieri in un’intervista televisiva il neologismo Ongeiros (si pronuncia “ongheiros”), di cui io ovviamente farei parte. Ovvero i possessori di Ong, organizzazioni non governative. Secondo lui dietro gli incendi in Amazzonia ci sarebbero loro.

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Tutti sanno invece che dietro gli attacchi all’ambiente, agli indios e al loro sterminio ci sono i Fazendeiros(ovvero grandi proprietari terrieri che coltivano e allevano), i Garimpeiros (cercatori di minerali) e i Madereiros (cercatori di legnami pregiati). Effettivamente, di questi, gli unici che potrebbero avere interesse agli incendi sono i cercatori di minerali, i Garimpeiros. Ovviamente gli altri no. Ma quale interesse potrebbero avere le Ong, sebbene spesso di sicuro si tratti non certo di santi?

Il fuoco è innarestabile

Cosa sia realmente successo nessuno lo sa. Resta il fatto che gli incendi vanno a sommarsi alla già incrementata deforestazione a scopi economici. È una tragedia. Tutto questo va a inserirsi in uno scenario già drammatico per le popolazioni indigene, attaccate dai Fazenderos, dal governo di Bolsonaro e dall’avanzare dell’avidità occidentale in tutto il mondo. Le popolazioni indigene del mondo sono circa il 5% e dispongono di molta terra, ma il loro sterminio significa lo sterminio di tutta l’umanità, poiché sono custodi della biodiversità e di tradizioni millenarie che sono miniere d’oro sul piano umano e spirituale. Gli attacchi sono ormai quotidiani e spesso letali. Le proteste si moltiplicano.

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In sostanza non esiste una soluzione sul piano tecnico, anche perché ormai il disastro non solo è fatto, ma sta continuando e non ci sono mezzi materiali per far fronte a una cosa simile. E queste sono le ragioni per cui, razionalmente e non solo su base fideistica, credo fermamente che occorra un cambiamento di coscienza di tutti. Cambiamento di coscienza che, praticamente, dovrebbe esprimersi nei seguenti modi:

1. Cambiamento nel modo di pensare e concepire la vita stessa;

2. Più rispetto nel proprio operare nei confronti di se stessi, degli altri, della comunità e dell’ambiente;

3. Tenere in maggiore considerazione gli aspetti spirituali della vita;

4. Sforzarsi di operare in senso sociale, anche quando i propri maggiori interessi sono il fatturatoo arrivare a fine mese o spassarsela in qualche modo;

5. Manifestare sul piano sociale. A Rio de Janiero per esempio è prevista una manifestazione domenica prossima, guidata da Paula Lavigne, capo del Movimento artistico 342.

Un cambiamento radicale del modo di pensare di un’intera popolazione darebbe inoltre adito al potere a individui diversi da quelli che ci ritroviamo oggi, addirittura pericolosi. In sostanza, per quanto a molti non possa sembrare esserci un collegamento diretto con SiberiaAmazzonia in fiamme, non possiamo fare altro che tentare di uscire dal maledetto ego almeno un minimo e considerare l’opportunità di aprirsi tutti a una scintilla di luce nelle nostre menti e nei nostri cuori, a livello massivo.