Il presidente turco ha dato il via all’operazione “Fonte di Pace”. Secondo media locali, 5mila soldati delle forze speciali di Ankara sono schierati al confine con decine di convogli di blindati, pronti a entrare nel nord-est. Anche 18mila combattenti siriani pro-Ankara sono pronti a sostenere l’invasione. Giovedì convocata una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

La Turchia ha iniziato a bombardare la Siria. I cacciadell’aviazione di Ankara hanno sganciato le prime bombe fino a 30 chilometri oltre il confine, contro obiettivi presenti nella regione a maggioranza curda del Rojava.

“L’operazione Fonte di Paceneutralizzerà la minaccia terroristica contro la Turchia – ha scritto su Twitter il presidente Recep Tayyip Erdoğan – e permetterà la creazione di una zona di sicurezza, favorendo il ritorno dei rifugiati siriani alle loro case. Preserveremo l’integrità territoriale della Siria e libereremo le comunità locali dai terroristi”.

Le prima bombe sganciate dai caccia di Ankara hanno colpito le città siriane di Tell Abyad e Ras al-Ayn. In serata, il presidente americano Donald Trump ha condannato l’azione di Erdogan: “Gli Stati Uniti non appoggiano l’attacco turco in Siria e hanno detto chiaramente alla Turchia che questa operazione è una cattiva idea“, si legge in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.

Siria, la Turchia inizia i bombardamenti aerei sulle città curde di Sere Kaniye e di Tel Abyad: le immagini

Le tv locali hanno mostrato l’inizio dell’offensiva, con forti esplosioninuvole di fumo si sono già levate in aria nelle aree interessate dai bombardamenti. Portavoce dei combattenti curdi su Twitter riferiscono che i raid hanno colpito civili e si registrano anche le prime vittime tra la popolazione: “Caccia turchi hanno lanciato raid su aree civili. C’è grande panico fra la popolazione nella regione”, si legge.

Centinaia di civili sono già in fuga nelle aree del nord”, riporta invece la Cnn. Fonti contattate dall’Ansa riferiscono che ad essere colpiti sono i villaggi di MishrefeAsadiyaBir Nuah, a sud e a sud-est della cittadina frontiera siriana di Ras al Ayn.

L’artiglieria turca ha inoltre colpito il villaggio siriano di Yabse e la città di confine di Tall Abyad. Intanto, le Forze Armate turche hanno diffuso le prime immagini dei tank di Ankara ammassati al confine, pronti a entrare in territorio siriano.

T.C. Millî Savunma Bakanlığı@tcsavunma

The Turkish Armed Forces launched Operation Peace Spring in the east of the Euphrates river.

https://www.msb.gov.tr/en-US/Slide/9102019-24052 …

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2.71816:42 – 9 ott 2019Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter481 utenti ne stanno parlando

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu, almeno due colpi di mortaio sono stati sparati dalla Siria verso il confine turco a Ceylanpinar, dove sono ammassati i soldati turchi e le milizie siriane filo-Ankara pronti a entrare nel Paese, mentre altri sei sono stati sparati dalle postazioni nella zona di al-Qamishli.

“Le nostre attività di preparazioneall’operazione proseguono. I trasferimenti continuano” verso la frontiera, aveva commentato da Istanbul il ministro della Difesa, Hulusi Akar, prima che le forze di Ankara attraversassero il confine. Secondo media locali, 5mila soldati delle forze speciali turche sono schierati al confine con decine di convogli di blindati, pronti a entrare nel nord-est e fronteggiare i combattenti curdi delle Ypg. Ankara fa sapere, comunque, che le truppe di terra non entreranno in territorio siriano fino a quando non saranno eliminati tutti i “fattori di rischio”rappresentati dalle postazioni militari dei combattenti curdi.

Abdelrahman Ghazi Dadeh, portavoce di Anwar al-Haq, una delle milizie armate locali cooptate da Ankara del Free Syrian Armyche sono state preallertate già da ieri per prepararsi ai combattimenti, ha dichiarato: “Al 99% l’offensiva” sarà lanciata “stanotte”. Il portavoce ha spiegato anche che sono almeno 18mila i combattenti di milizie locali che prenderanno parte all’operazione. Dadeh ha precisato che 10mila saranno impiegati a Ras al-Ayn e gli altri a Tell Abyad, le due postazioni frontaliere evacuate dai soldati Usa.

The National News Reuters