‘Carotaggio’ in un ghiacciaio della British Columbia (Canada). Doug Clark, Univ. Washington

Nel 2015, un gruppo di scienziati degli Stati Uniti e della Cina si è recato in Tibet per raccogliere “carote” all’interno di un ghiacciaio. Ora hanno pubblicato un articolo su “bioRxiv” che descrive in dettaglio quanto hanno scoperto dall’analisi di quelle carote e sorprende il fatto che hanno portato alla luce 28 nuovi gruppi di virus presenti nel ghiaccio fino ad oggi del tutto sconosciuti.

British Columbia (Canada). Doug Clark, Univ. Washington

Lo studio di una carota avviene attraverso la suddivisione in tante piccole sezioni, ciascuna delle quali corrisponde ad uno o più anni della storia passata della Terra. Analizzando le bollicine d’aria presenti al suo interno è possibile ricostruire la storia climatica di un’area o dell’intero pianeta. Nel caso specifico lo studio delle carote ha permesso di ripercorrere la storia climatica di quell’area fino a 15.000 anni fa. Al di là della scoperta in sé, i ricercatori hanno immediatamente sottolineato come i cambiamenti climatici attuali, che stanno facendo arretrare e assottigliare anche i grandi ghiacciai himalayani, potrebbero liberare gli antichi virus nell’atmosfera dei nostri giorni e non sapendo di che virus si tratta non è da escludere che siano anche pericolosi per l’uomo o per altri esseri viventi in genere.

I ricercatori hanno perforato 50 metri di ghiacciaio per ottenere due carote di ghiaccio dove tecniche di microbiologia hanno permesso di identificare 33 gruppi di virus, tra i quali 28 antichi virus che gli scienziati non avevano mai visto prima.

I ricercatori fanno notare come al di là del pericolo che potrebbe correre l’umanità se uno o più di tali virus fossero pericolosi per l’uomo e iniziassero a diffondersi nell’atmosfera, c’è il fatto che la fusione dei ghiacci impedisce il loro studio e si perdono così testimonianze importanti della storia passata della Terra.