Lilith è il nome della prima donna, sposa di Adamo, secondo la tradizione cabalistica. Lilith, in Mesopotamia, è conosciuta come un demone notturno, impegnato nell’arrecare danno ai bambini di sesso maschile. Lilith deriva dalla parola sumera lil (=vento), e non dalla parola ebraica laylah (=notte). In seguito diviene un demone femminile che nella mitologia ebraica rappresenta tutti gli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria. Presente nel testo della Genesi versione ebraica è quasi del tutto assente dalla versione cattolica; viene unicamente nominata in Isaia 34,14,dove viene descritta come un demone del deserto. Non viene mai indicata nella sua qualità di prima donna ad essere generata.

ETIMOLOGIA

In Ebraico לילית lilith, e Accadico līlītu sono aggettivi femminili Nisba derivanti dalla radice Proto-Semitica LYL “notte”, tradotti letteralmente nocturna, “essere/demone femminile della notte”.

Sayce (Hibbert Lectures, 145ff.), Fossey (La Magie Assyrienne, 37ff.) ed altri ripudiano l’etimologia basata sulla radice LYL e suggeriscono che in origine Līlīt fosse un demone della tempesta; tale ipotesi trae sostegno dalle iscrizioni cuneiformi citate da questi stessi studiosi. Ancora, l’associazione con la “notte” potrebbe essere dovuta ad una etimologia popolare. Il corrispettivo maschile accadico līlû non mostra alcuna suffisso Nisba e rimanda al Sumero (kiskil-)lilla.

MITOLOGIA ACCADIANA

Lilith viene identificata con ki-sikil-lil-la-ke4, donna demoniaca in Sumero, prologo della Epopea di Gilgamesh.
Kramer traduce: un drago ha costruito la sua tana ai piedi dell’albero ZU (l’uccello ZU) sorse con la gioventù nella cima e il demone Lilith costruì la sua casa nel mezzo. […] Allora l’uccello ZU volò nelle montagne con la sua gioventù, mentre Lilith, pietrificata dalla paura, strappò via la sua casa e fuggì nella selva Traduzione di Wolkestein degli stessi passaggi: un serpente che non può essere affascinato costruì la sua tana alle radici dell’albero, L’uccello Anzu posizionò la sua gioventù tra i rami dell’albero, E la oscura serva Lilith costruì la sua casa nel tronco.

IL RILIEVO DI BURNEI

Il passaggio di Gilgamesh citato precedentemente, alternativamente è stato accostato da alcuni al Rilievo di Burney (Norman Colville collection), il quale viene datato approssivamente al 1950 AC ed è una scultura di donna con gli artigli di uccello fiancheggiata da gufi.
La chiave di questa identificazione si trova negli artigli di uccello fiancheggiata da gufi. Mentre il rilievo può descrivere il demone Kisikil-lilla-ke del passaggio di Gilgamesh o di un’altra divinità, l’identificazione con Lilitu è meno coerente e probabilmente influenzata dal “fiancheggiata da gufi”, traduzione del Bibbia del Re Giacomo. Un rilievo molto simile datato approssimativamente allo stesso periodo è conservato al Louvre (AO 6501).

TRADIZIONE MESOPOTAMICA

Dopo questi rilievi, c’è uno iato di circa un millennio, e solamente nel IX secolo a.C. circa gli spiriti dalla figura vampiresca chiamati Lilu sono conosciuti dalla Demonologia Babilonese. Questi demoni femminili vagano nelle ore di oscurità, cacciando e uccidendo i neonati e le donne incinte. In Accadiano Lilitu forma una triade con Ardat Lili e Idlu Lil. Come detto in precedenza, sono stati originati come demoni di tempesta (dal sumero “Lil” = Aria o Vento), e l’associazione “notte” può essere una etimologia semitica popolare. Il mito Sumerico più antico racconta la storia di come Adapa arrivi per rompere le ali del Vento del Sud, associato alle tempeste di sabbia estive che sempre hanno afflitto l’Iraq, dopo aver fatto voto di inimicizia all’umanità. Questo vento era associato a Ninlil (“Signora del Vento”, da Nin = Signora, Lil = Vento) la moglie di Enlil (En = Signore, Lil = Vento), Re degli Dei. Un mito separato e frammentario descrive come Enlil rapì Ninlil, e come per punizione fu mandato nel mondo sotterraneo dominio di Ereshkigal (Eresh = Sotto, Ki = Terra, Gal = Grande). Ninlil, soffrendo il trauma del suo rapimento, dopo aver vagato nel mondo lo seguí nel mondo sotterraneo, facendo voto di vendetta contro il genere maschile. (Ninlil. (2006). Encyclopædia Britannica. Retrieved February 10, 2006, from Encyclopædia Britannica Premium Service) Nel trasferimento dal mito Sumero a quello Babilonese Accadiano, è suggerito che Ninlil diventi Lilitu (-*itu diventa un denominatore Accadiano femminile), con i suoi due aiutanti selvaggi Ardat Lili e Idlu Lili (menzionati sopra).Template:Fact Il “Lilith Prophylactic” di Arslan Tash (Aleppo National Museum), è ritenuto un probabile falso, ma se genuino potrebbe essere una placca del VII secolo a.C. indicante una creatura simile ad una sfinge ed una donna lupo nell’atto di divorare un bambino, con una iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili. L’associazione con i gufi è difficile da datare, e potrebbe essere dovuta all’associazione dell’uccello visto come uno spirito notturno succhiasangue. Elementi della diffusione del culto nell’Antica Grecia possono essere ritrovati nelle Erinni e in Ecate. Non vi è una sola tradizione precedente a cui la figura della Lilith ebraica può richiamarsi, ve ne sono almeno tre, una legata ad un demone di desolazione e di appassimento associata al vento e da cui anche il nome “lilith”, una legata ad un demone di distruzione e morte, la terza, la più nobile in origine, Ishtar o Astarte (o se vogliamo la Dea Madre del culto della femminilità) che gli ebrei stessi adorarono all’inizio della loro storia, come è testimoniato nella Bibbia

COSA RAPPRESENTA

Lilith rappresentò, per molti secoli, tutti coloro che intendevano andare contro la Torà, e che volevano attaccare gli israeliti. In particolare Babilonia. Più semplicemente è immagine dei vari culti pre-ebraici di stampo matriarcale. Il suo nome è una derivazione dall’Accadico delle tempeste Lilitu, che a sua volta viene dal sumero Lill, la “donna tempesta”. Nelle religioni neo-pagane simboleggia la liberazione della donna dalla cultura patriarcale.

TRACCE

La troviamo in molte culture: per gli Assiri era Lilitu. per i Sumeri era nota con il nome di Lil che significa “spirito del vento” o anche con i nomi di Lulu o Lalu, Divinità che presiede alla sfera sessuale. per i Babilonesi era Ardat-Lili. per gli Ebrei era semplicemente Lilith. per gli Egizi era Nephtys, ma è identificabile anche con Nut. per gli Arabi era Giul, che significa vampiro, e Lilah che significa “notte”. per gli Zingari della Transilvania era Liliy: regina degli spiriti. Venne inoltre identificata presso svariate culture con il nome di Ecate, Persefone, Proserpina, Circe, Medea e Nemesi. In Isaia 34:14, Lilith (לִּילִית, Ebraico Standard Lilit) è una sorta di demone notturno o animale, tradotto come onokentauros; nel Septuaginta, come Lamia; “strega” dal Hieronymus di Cardia; e come “fiancheggiata da gufi” nella versione della Bibbia del Re Giacomo. Nel Talmud a nel Midrash, Lilith appare come un demone della notte. Viene spesso identificata come la prima moglie di Adamo, leggenda comparsa nel Medioevo.

TRADIZIONE EBRAICA

econdo la tradizione cabalistica Lilith fu la prima sposa di Adamo e fu da questo scacciata perché pretendeva di essere pari al marito. Esule nel deserto, divenne la sposa del demone Samael (che rappresenta il vento polveroso del deserto), un chiaro riferimento alla condizione dell’uomo soggetto a Lilith, cioè impotenza, sottomissione e debolezza. Nel deserto ricevette tre visite di tre angeli con la missione di ricondurla nell’Eden, ma lei rifiutò. Per punizione, ogni giorno uno dei suoi figli sarebbe morto. Così, per odio contro i figli di Eva, passò i suoi giorni ad uccidere i neonati nella culla togliendogli il fiato. Da ció deriva la tradizione, rimasta fino all’Ottocento, di disegnare un cerchio magico intorno alla culla coi nomi degli arcangeli protettori contro Lilith. Inoltre viene accusata di tentare giovani uomini nel sonno provocandogli le eiaculazioni notturne con cui genera i demoni (i jinn della tradizione araba).

KABBALA

In alcuni passi della Kabbala, così come nel Trattato della Emanazione Sinistra del XIII secolo [2], Lilith la compagna di Samaele. In altri, verosimilmente influenzati dall’Alfabeto di Ben Sira, è la moglie di Adamo (Yalqut Reubeni, Zohar 1:34b, 3:19)

LILITH COME PRIMA MOGLIE DI ADAMO

Nel passaggio della Genesi 1:27, “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò”, precedente alla descrizione della compagna fatta per Adamo e chiamata Eva (Genesi 2:22), è in qualche modo creduta una indicazione riguardante il fatto che Adamo possa avere avuto una moglie prima di Eva. Un riferimento a Lilith come la prima moglie di Adamo è l’anonimo L’alfabeto di Ben-Sira, scritto all’incirca tra l’VIII e l’XI secolo. Viene descritto come Lilith rifiutò di assumere un ruolo servizievole per Adamo durante le sue richieste sessuali, abbandonandolo (“Ella disse ‘Non starò sotto di te,’ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.'”). Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio, prese il volo ed abbondonò il Giardino, insediandosi sulle coste del Mar Rosso. Si nota in particolare come questo pose Lilith in una posizione unica, poiché abbandonò il Giardino di propria iniziativa e prima della caduta dell’uomo, cosicché lei non toccó mai l’Albero della Conoscenza. Tuttavia, in accordo con la leggenda, lei conosceva il “vero nome di Dio”. In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai e vari demoni che trovò oltre il Mar Rosso, creando una sua infinita generazione di lilin. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith, cosi tre angeli furono inviati al suo inseguimento. Quando gli angeli, Senoy, Sansenoy e Semangelof, minacciarono Lilith di uccidere cento dei suoi figli demoniaci per ogni giorno che sarebbe stata lontana, lei ricambiò la promessa promettendo eternamente sui discendenti di Adamo ed Eva, che avrebbero potuto salvarsi solamente invocando il nome dei tre angeli. Non fece mai ritorno da Adamo. I precedenti e lo scopo dell’Alfabeto di Ben-Sira non sono chiari. È una raccolta di storie su eroi della Bibbia e del Talmud e potrebbe essere una raccolta di racconti popolari, una confutazione del Giudaismo, della Cristianità, o di altri movimenti separatisti. I suoi contenuti sembrano offensivi riguardo il giudaismo contemporaneo, tali da suggerire che si possa trattare di una sorta di satira[4] anti-giudaica, anche se, in ogni caso, il testo fu accettato dai mistici Ebrei della Germania medievale. L’Alfabeto di Ben-Sira è la più antica fonte sopravvissuta della storia, e sulla concezione di Lilith come prima moglie di Adamo diventa ampiamente conosciuto solamente con il Lexicon Talmudicum ‘di Johannes Buxtorf del XVII secolo.’ Nel tardo XIX secolo, l’autore dello Scottish Christian George MacDonald incorpora la storia di Lilith come prima moglie di Adamo e predatrice dei figli di Eva in una mitologica novella fantasy in stile Romantico. Il ruolo di Lilith come la moglie infedele ha dei parallelismi con l’idea di Eva stessa nella Unificazione della teologia di Sun Myung Moon.

LILITH NEL CATTOLICESIMO

Un residuo della sua esistenza si trova in Isaia 34, dove troviamo Gatti selvatici si incontreranno con iene, satiri si chiameranno l’un l’altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora Ma il termine civette è la traduzione di Lilith, che indica un demone femminile che abita nelle rovine e si nutre di morte e distruzione. Anche in questa versione è responsabile della morte dei neonati, così si trovava una giustificazione alle numerose morti nei primi 20 giorni di vita. Durante il medioevo comincia a disegnarsi la figura di prima moglie, o meglio di prima amante, di Adamo. Questi per più di un secolo avrebbe avuto rapporti sessuali con demoni femminili, che erano sterili, ignorando Eva. Quando finalmente si unì alla sua legittima sposa e generò dei figli, Lilith si trasformò in un demone predatore di culle.

TRADIZIONE GIUDAICA

Esiste una tradizione Ebraica secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli per proteggerli da lilin fino alla loro circoncisione. Questa pratica dà valore alla teoria secondo cui Lilith esisteva già nella più antica mitologia Ebraica e non sia la creazione di autori medioevali. C’è inoltre una tradizione Ebraica secondo la quale si aspetta prima di tagliare i capelli ad un ragazzo per ingannare Lilith, facendole credere che il ragazzo sia in realtà una ragazza, così che la sua vita viene risparmiata.

RELIGIONI PAGANE

Secondo alcuni recenti studi Lilith rappresenta una divinità femminile del culto della grande Madre Terra (forse connessa con la divinità sumerica di Belith), adorata dai popoli presemitici che abitavano la Palestina e contro cui si scontrarono gli ebrei. Rappresenta un momento di passaggio dalle culture matriarcali originarie verso quelle patriarcali. La sua cacciata dall’Eden è un chiaro simbolo della religione patriarcale che scaccia le vecchie Dee della fertilità. Nonostante ciò, possiamo notare come Lilith riesca comunque a generare figli con Adamo stesso, inficiando la sua unione con Eva. Nella tradizione, Adamo, per espiare le sue colpe (il desiderio verso Lilith), scelse di passare un secolo in astinenza sessuale e durante questo tempo la prima sposa riuscì ad avere rapporti con lui e a generare dei figli. Lilith: spirito del vento, padrona delle acque e di tutto ciò che viveva in esse. Appare nelle pagine del Talmud, del Midrash e del libro dello Splendore. Appare come la femminilità creatrice, indipendente e ribelle che si impone quale pari del suo compagno. In tempi recenti Lilith è assurta al simbolo della femminilità schiacciata dalla prepotenza della cultura patriarcale maschilista, per cui viene particolarmente considerata nella cultura della Wicca.

PERGAMENE DEL MAR MORTO

L’apparizione di Lilith nelle pergamene del mar Morto è maggiormente discussa, con un riferimento inconfutabile nella “Canzone per un sapiente”(4Q510-511), e una ulteriore promettente allusione trovata da A. Baumgarten nel “La seduttrice” (4Q184). Il primo ed irrefutabile riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1: “Ed io, il Maestro(lett. l’Istruttore),proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, howlers, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l’attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall’iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un’era di umiliazione per la trasgressione.” Collegato a Isaia 34:14, questo testo liturgico tenta di prender le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith; diversamente dal testo biblico, tuttavia, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma, ma serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11) a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi- comparabile al rilievo dell’ Arslan Tash esaminato sopra- usato per ” aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti.” Il testo è così, per una comunità “profondamente coinvolto nel regno della demonologia”, un inno esorcistico. Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa ed attraente- la Seduttrice (4Q184). L’antico poema- risalente al primo secolo dopo Cristo ma plausibilmente molto più vecchio- descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata ad una “strana donna” dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile: “La sua casa sprofonda nella morte, Ed il seguirla porta alle ombre. Tutti coloro che la seguono non possono tornare E trovare ancora le vie della vita.” (Proverbi 2:18-19) “I suoi cancelli sono cancelli di morte e dall’entrata della casa se ne va verso Sheol. Nessun che entri tornerà mai, e coloro che la possiedono scenderanno l’Abisso.” (4Q184) Tuttavia, ciò che questa associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della “Seduttrice” del Qumran che non possono essere associate alla “strana donna” dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: “una moltitudine di peccati è nelle sua ali”. La donna illustrata nei Proverbi è senza dubbio una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, ed una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La “Seduttrice” del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l’immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.

NEL TALMUD

Sebbene i riferimenti Talmudici a Lilith siano sporadici, tali passaggi forniscono la miglior immagine del demone trovata finora nella letterautra giudaica, che fa riferimento alle origini mesopotamiche di Lilith e prefigura il suo futuro come enigma esegetico della Genesi. Ricordando Lilith abbiamo visto allusioni Talmudiche che la dipingono come dotata di ali e lunghi capelli, andando indietro alla prima citazione in Gilgamesh: “Rab Judah citando Samuele dice: Se un aborto ha somiglianza con Lilith, sua madre è impura a causa della nascita, perché è un bimbo ma ha le ali.” (Niddah 24b) “[Spiegando le maledizioni dell’esser donna] In un Baraitha è insegnato: Le crescono lunghi capelli come a Lilith, siede a bere acqua come le bestie e serve da cuscino a suo marito.”(‘Erubin 100b) Più unica del Talmud, in merito a Lilith, è la sua carnalità insalubre, cui si allude nella “Seduttrice” ma che è espansa senza metafore vaghe nell’idea del demone che assume forma di donna per abusare sessualmente di uomini durante il loro sonno: “R. Hanina disse: non si può dormire soli in casa [in una casa solitaria],e chiunque dorma in una casa da solo è preso da Lilith.”(Shabbath 151b) Tuttavia la concezione più innovativa di Lilith offerta dal Talmud appare in Erubin, ed è più che probabile che sia responsabile del mito di Lilith per i secoli a venire: “R. Jeremiah b. Eleazar disse inoltre: in tutti quegli anni [130 anni dall’espulsione dal giardino dell’Eden] durante i quali era bandito, Adamo generò fantasmi e demoni maligni e demoni femmina [demoni della notte], come è detto nelle Scritture: “E Adamo visse cento e trenta anni e generò un figlio a lui somigliante, fatto a sua immagine,e da ciò segue che prima di quel tempo non avesse generato a sua immagine… quando vide che attraverso di lui la morte era divenuta punizione spese cento e trenta anni in dissolutezze, tagliò i ponti con sua moglie per 130 anni, indossò vestiti di fico per 130 anni.” Questa citazione [di R.Jeremiah] fu fatta in riferimento al seme che Adamo emise accidentalmente.” (‘Erubin 18b) Confrontando ‘Erubin 18b e Shabbath 151b con il brano dallo Zohar: “Ella vaga a notte fonda, vessando i figli degli uomini e spingendoli a rendersi impuri” (19b), sembra chiaro che questo passaggio del Talmud indica una unione tra Adamo e Lilith.

MITOLOGIA BABILONESE

Nella mitologia babilonese si delineano tre classi di spiriti maligni[8]: Diavoli – hanno la stessa natura degli dei e producono tempeste e malattie. Fantasmi – anime di defunti che vagano sulla terra senza trovare pace. Demoni – esseri per metà umani e per metà divini. Lilu, Lilitu e Ardat Lili formano una terna di demoni, la mitologia mesopotamica è spesso formata da terne divine, Lilu è il demone maschile, Lilitu quello femminile e Ardat Lili la giovane figlia. Di Lilitu il Thompson dice che è il demonio che l’uomo crea sul letto durante il sonno[5] Il “Lilith Prophylactic” di Arslan Tash (Museo Nazionale di Aleppo), datato al VII secolo a.C. (alcuni lo ritengono un falso[senza fonte]) indica una creatura simile ad una sfinge ed una donna lupo nell’atto di divorare un bambino, con una iscrizione fonetica indicante la sfinge come Lili. L’associazione con i gufi è difficile da datare, e potrebbe essere dovuta all’associazione dell’uccello visto come uno spirito notturno succhiasangue.

RIFLESSIONI

In un epoca di potenti religioni popolari, nuove divinita´ si andavano affermando come un Dio unico,maschile e onnipotente. Fino a quel momento ogni religione aveva la sua schiera di esseri supremi, nella quale non poteva mai mancare una figura femminile rappresentante la copiosa Dea Madre. Colei che dava gioie e dolori , simbolo della femminilità capace di infondere la vita. Così ancora prima di Eva comparve Lilith. Lilith rimane il simbolo della lotta delle donne, nella storia e nel mito. Già nell´antichità troviamo l´ipotesi di un invisibile satellite terrestre chiamato Nephtys e da Pitagora denominato “l´Antiterra”. Questo astro, che assorbe e non riflette la luce del Sole, è quello che meglio impersonifica la figura di Lilith, la creatura provocante e lussuriosa, che si ribellò al primo uomo accoppiandosi ai demoni e costringendo Jahvé (Dio) a creare Eva. Da allora ad oggi l´immagine del femminile “negativo” fa parte di ogni civiltà: dee malvage, pitonesse, negromanti, maghe, indovine e streghe. È così che la sessualità è diventata per secoli sinonimo di peccato, di cosa sporca, di smarrimento della ragione! Ed è così che il “lato oscuro” della carica erotica che è in noi, ha nella Luna Nera, chiamata da tutti Lilith, il suo astro di riferimento e la sua dea protettrice. Il nome di Lilith proviene dalla tradizione ebraica Lil, che significa notte, oscurità, penombra o dalla parola assiro-babilonese LILITU, che significa “spirito del vento”, il suo nome significa anche regina delle diavolesse . Nel mito ebraico si racconta che fu la prima donna, creata allo stesso tempo di Adamo e non da una delle sue costole ma direttamente dalla Terra. Si dice anche che fosse lei la madre di Caino e non Eva. Ella si considerava uguale ad Adamo e quando questi cercò di sottometterla con la forza (Lilith non voleva stendersi sotto di lui durante i rapporti sessuali, in quando considerava “offensiva” tale posizione), si ribellò e fuggì nel deserto vicino al Mar Rosso, dove si accoppiò con i Djinns e generò innumerevoli demoni (chiamati Lilim). Dio le mando´ tre angeli (Sanvi, Sansanvi e Semangelaf ) nel deserto dove si era rifugiata, ma inutilmente. Lilith si rifiutò di tornare. I tre angeli la punirono sterminando quasi tutti i suoi figli. Vi sono molte interpretazioni su cosa successe dopo… Lilith giurò odio mortale ai figli degli uomini: si narra che strangolasse i neonati nelle culle e che tormentasse gli uomini semiaddormentati. Molte delle storie narrate su di lei sembrano riflettere l´ansietà dell´uomo riguardo a donne che non possono essere tenute sotto controllo. In alcune storie Lilith viene raffigurata come una creatura divina, piena di risorse, intelligente, indipendente ed amante degli animali. Secoli dopo aver assunto le forme più curiose come quello della “luna nera”, rappresentante la sessualità e la parte più selvaggia della personalità o come l´elemento del fuoco, diviene intorno alla fine dell´ottocento il simbolo della ribellione femminile che afferma la parità politica e legale con l´uomo. Lilith, è la femminilità creatrice, indipendente e ribelle che si impone ma che sa amare. Lei così sensuale e calda è si, esclusa dalla beatitudine divina ma rimane nei miti terreni a simboleggiare la fertilità della terra e quel mistero vivo, femminile, pieno di contraddizioni seppur affascinante. Un mito che ormai regna dai meandri più oscuri del tempo e che neppur le più importanti religioni sono riuscite a debellare nell´immaginario umano, Lilith è troppo simile a noi, troppo vicina a noi per essere eclissata dai miti maschili. Si diceva che la dea sumera Lilith, con ali e zampe di gufo, di notte rapisse i bambini dalle loro culle. Ma in origine Lilith era la protettrice delle donne durante il parto e dei neonati. Solo dopo la transizione patriarcale fu demonizzata e trasformata in una perfida rapitrice di bambini. (Vicky Noble, Il risveglio della Dea) Secondo le varie mitologie, tutte risalenti a poche migliaia di anni fa (cioè in epoca già patriarcale), Lilith è un demone, moglie di demoni e madre di demoni (i Lilim). Perciò è stata spesso associata alle streghe, in senso negativo. Ma è la mitologia ebraica che ci consente di far luce sulla visione che abbiamo di lei. Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sta qui la chiave del mistero: Lilith è l’archetipo della donna libera, non sottomessa all’uomo e al suo egoismo, non condizionata dalle sue imposizioni e dai suoi ricatti. Naturalmente l’uomo – nelle cui mani stava allora e sta tuttora il potere – di fronte a tale ribellione non poteva fare altro che screditarla e, appunto, demonizzarla. D’altronde anche oggi le donne di questo tipo vengono demonizzate, almeno in senso metaforico. Le donne libere di tutti i tempi, da un certo punto in poi, subirono questa stessa sorte e vennero trasformate in megere vecchie e brutte, in Meduse, Ecati e in temibili “Lune Nere”. Il mito di Lilith risale ai tempi in cui la Terra vide il passaggio, avvenuto circa 6000-8000 anni fa, da una società di tipo matrifocale (cioè incentrata sul focus della madre) ad una società patriarcale (cioè basata sul dominio maschile); ossia quando la donna perse il suo ruolo e il suo valore. In questo nuovo ordinamento non c’era più posto neanche per le divinità femminili, e tanto meno per la Dea vera e propria, che venne rinnegata, demonizzata e infine dimenticata. Tant’è vero che il cristianesimo ha un Padre e un Figlio generato – ai primordi – senza alcuna Madre! Anche Lilith è associata alla Luna Nera. Questo perché prima di tutto rappresenta la parte rimossa (e quindi buia e nascosta) di ogni donna: quella parte intuitiva, istintiva e selvaggia, seducente e colma di energia, imprevedibile e ingovernabile dall’uomo, ma non per questo cattiva, tutt’altro. Ma all’uomo una simile creatura fa paura e, invece di integrarla in sé e nella propria cultura, stupidamente la combatte e la respinge nell’«inferno». I risultati sono sotto i nostri occhi. La Luna Nera simboleggia anche la parte in ombra dell’essere umano in generale, ciò che si è necessariamente insinuato in lui quando è venuto a contatto con la materia. Necessariamente perché, senza questa zona oscura, non ci sarebbe essere umano! Esisterebbero solo puri spiriti senza possibilità di esperienza. La Luna Nera è dunque ciò che rende possibile l’esperienza e la crescita, rappresentate a volte come una “discesa agli Inferi”. È ciò che va riconosciuto, accettato, ascoltato, integrato e quindi redento. Possiamo in parte paragonarla alla pietra grezza degli alchimisti, quella strana materia che va trasformata in oro puro: la pietra in sé vale ben poco, ma senza di essa l’oro non potrebbe essere ottenuto. Nella sua concezione originaria, dunque, Lilith era un aspetto della Dea. In quanto protettrice delle partorienti e dei neonati, rappresentava l’essenza divina della maternità, e perciò della vita e dell’inizio di ogni vita. In questo senso tutte le donne sono Lilith: perché la donna è vita, è fertilità, è passione, è trasgressione, è la bellezza di ciò che è stato creato. Alcune moderne correnti di stregoneria, come la Wicca, conoscono tutto ciò e si rifanno per questo al nome di Lilith. Si tratta di cerchie in cui si ricerca il contatto con le energie terrestri e cosmiche, e nelle quali vige la cosiddetta Legge del Tre: tutto ciò che fai – di bene o di male – ti ritornerà indietro moltiplicato per tre. Coloro che abbracciano la Wicca cercano di vivere in un sentimento di unità e armonia con la Terra e con ogni essere vivente (altro che sacrifici di animali!…) e, soprattutto, di non ledere mai la libertà altrui. Stregoneria, in questo senso, è soprattutto il lavoro per trasformare se stessi. I benpensanti, però – Chiese in testa – mettono in guardia la gente da un simile paganesimo, riesumando e insinuando sospetti di ogni genere e terribili paure. Ma vi sono congreghe che si fermano all’aspetto demoniaco di Lilith, per cui l’uso che fanno del suo nome, così come le motivazioni alla base del loro agire, sono davvero indegne e oscure, nel senso peggiore del termine. Oggi, faticosamente, si procede alla riscoperta del volto femminile di Dio. Da una parte se ne occupa il cosiddetto “nuovo paganesimo”; dall’altra è l’antroposofia a muoversi in questa direzione. Ma nonostante i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, tuttora viviamo in una società assolutamente maschile, dominata da tre grandi religioni patriarcali, dalle quali i miti antichi sono stati filtrati e trasformati. Così i capelli di Medusa ora suscitano orrore, mentre un tempo simboleggiavano semplicemente la saggezza femminile. Il serpente, infatti, rappresenta quasi sempre la saggezza e la conoscenza. Non è un caso che fosse uno degli emblemi di Atlantide. Per poter interpretare correttamente un mito, perciò, è necessario liberarlo da tutti gli strati sovrapposti dalle culture e religioni successive. Permane qualche ricordo ormai incomprensibile di ciò che veramente è Lilith: ad esempio nella radice del nome del giglio, che in latino è lilium. Le assonanze e le radici sono fondamentali nella cosiddetta “Lingua Verde”. Non è strano che proprio il lilium simboleggi la purezza e che sia spesso associato alla Madonna, insieme alla rosa? Il lilium è collegato sia a Lilith che alla Madonna perché entrambe rappresentano, seppur in modo diverso, la donna innocente. Il vero significato del lilium, e in particolare del giglio bianco, è infatti innocenza (oltre che regalità). Ma l’innocenza non ha niente a che vedere col fatto che nel terzo secolo san Girolamo, con calcolo, decise che Gesù era stato l’unico figlio di Maria.
Secondo le varie mitologie, tutte risalenti a poche migliaia di anni fa (cioè in epoca già patriarcale), Lilith è un demone, moglie di demoni e madre di demoni (i Lilim). Perciò è stata spesso associata alle streghe, in senso negativo. Ma è la mitologia ebraica che ci consente di far luce sulla visione che abbiamo di lei.
Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Sta qui la chiave del mistero: Lilith è l’archetipo della donna libera, non sottomessa all’uomo e al suo egoismo, non condizionata dalle sue imposizioni e dai suoi ricatti.
Naturalmente l’uomo – nelle cui mani stava allora e sta tuttora il potere – di fronte a tale ribellione non poteva fare altro che screditarla e, appunto, demonizzarla. D’altronde anche oggi le donne di questo tipo vengono demonizzate, almeno in senso metaforico. Le donne libere di tutti i tempi, da un certo punto in poi, subirono questa stessa sorte e vennero trasformate in megere vecchie e brutte, in Meduse, Ecati e in temibili “Lune Nere”.

LILITH: REGINA DEI VAMPIRI

La storia di Lilith è nata nei libri della Bibbia per poi crearsi una propria strada attraverso tante culture e religioni.
Le schiere di demoni notturni della Mesopotamia (escludendo il maschile Lilu) vengono, presso gli ebrei, ad essere indicati col solo nome di Lilith che troviamo citata una sola volta nella Bibbia ma più spesso nel Talmud (il commento ai testi biblici) e nel Libro degli Splendori (un testo che spiega i significati mistici di quanto scritto nella Bibbia), Ernest Jones riferisce:Come gli Incubi succhiano i fluidi vitali, portando la vittima alla consunzione, così i Vampiri spesso poggiano sul petto della vittima, soffocandola. La Lilith ebraica, che Johannes Wejer chiamò principessa dei succubi, discendeva dal babilonese Lilitu, noto vampiro.
Nella figura sottostante si vede il demone assiro Lilith, dove si vede in un bassorilievo assiro, ripreso dalla religione ebraica fu la prima moglie, malvagia di Adamo, che rifiutò di sottimettersi alla sua autorità.

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Dei tre demoni, LILU; LILITH; ARDAT LILITH, il secondo é quello che terrorizzava la mente degli uomini e nella tradizione posteriore ebraica era quella conosciuta come la “prima moglie di Adamo”. Il termine Lilith, di origine ebraica appare una sola volta nella bibbia per designare un uccello notturno, forse l’Allocco o il Barbagianni, in ISAIA XXXIV,14″ Si incontreranno le bestie del deserto con gli sciacalli ed il caprone chiamerà il suo compagno e la sosterà lo spettro notturno (Lilith). La traduzione “Spettro Notturno” é congetturale perché potrebbe intendersi anche come “Animale Notturno”, bisogna infatti sapere che in ebraico moderno, oltre ad indicare il Demone Biblici sta ad indicare anche la Civetta (Strix Aluco). Mentre nella traduzione rabbinica medievale,diventa la sposa infedele di Adamo, la preferita delle 4 mogli del Diavolo e persecutrice dei neonati;odiava Eva perché le aveva preso il posto nel cuore di Adamo, inoltre Lilith era talmente temuta e la convinzione del suo potere nefasto fu talmente forte nel popolo ebraico che il capofamiglia o una persona nota per la sua pietà attaccava alla porta, sui muri, sul letto delle scritte che dicevano “Adamo, Eva, fuori Lilith. Qualche volta venivano aggiunti pure i nomi dei tre angeli, SENOI; SANSE -NOI; SAMMANGLOF, che incaricati di annegare Lilith nel Mar Rosso ne ebbero pietà, la risparmiarono facendosi promettere che non avrebbe fatto del male ai bambini là dove vedeva i loro tre nomi, mentre la notte della circoncisione, Lilith veniva allontanata con la lettura di letture pie. Ci sono inoltre molte interpretazioni che farebbero derivare Lilith da Laila, che in ebraico vuol dire NOTTE e forse é per questo che viene definita come un animale notturno, ma pare che vadano escluse le etimologie che rapportino Lilith alla notte. Lilith approda alla Bibbia dalla Mesopotamia: la dea assira ISHTAR si serve di un demone che é in forma di bella prostituta detta “MANO DI UNNINI” o in semitico “LILU” che era il simbolo della lascivia, inoltre Lilitu associata ad alcuni animali, in modo particolare alla pantera. Invece nella cultura sumerica, LILU, LILITU ed ARDAT LILI assumono forse l’aspetto del piacere infecondo e lussurioso, soprattutto Ardat Lili, come una “vergine senza latte”, una femmina che si accoppia senza poter avere un figlio, provocando nell’uomo la lussuria ma senza soddisfarlo. Mentre nella letteratura postbiblica appare proprio come un demone della notte. Un altro demone vampiro, nel folklore ebraico é l’ALUQA che entra nel corpo di una persona, la quale, incautamente beva l’acqua di una palude o di un fiume. Però pare che il nome Lilith non sia unicamente conosciuto in ambito ebraico ma anche danese: sembra infatti che sia stato ritrovato un amuleto col nome dei tre angeli detti prima e serviva per difendersi dai tuoni, fulmini e dalle tempeste.
Le caratteristiche fisiche della Lilith ebraica sono i lunghi capelli, rimane la presenza di ali (anche se probabilmente si tratta di un’elaborazione successiva per avvicinarla alla schiera dei demoni), la predilezione per la notte e, ovviamente, la lussuria e la sete di sangue di bambini.Compare subito come prima compagna di Adamo, anche lei plasmata da materiale fangoso, non lo stesso che servì per l’uomo, ma sozzura. Ma comunque la sua origine era la stessa e non derivava da una sua costola come Eva e forse per questo si sentì subito una sua pari e non accettò mai il ruolo di sottomissione al marito.Quando si trattò di consumare il primo rapporto sessuale ovviamente fu un’esplosione di sensazioni estatiche per entrambi ma quando Lilith cominciò a dimostrarsi insofferente per la posizione che Dio aveva imposto (la donna sotto e l’uomo sopra) l’idillio fra i due finì, Adamo voleva imporre la sua superiorità, in quanto uomo, nei confronti della donna che doveva stendersi sotto di lui e Lilith fuggì nel Mar Rosso.Dio, vedendo di nuovo l’uomo solo, tentò di richiamarla ma lei espresse di nuovo il suo rifiuto. Il secondo tentativo di Dio per dissuaderla fu quello di mandare tre angeli che la trovarono fra le acque circondata da demoni con cui si era accoppiata dando origine ad una sua stirpe, e cosciente di essere una di loro, essi la minacciarono di morte se non fosse tornata dal suo sposo ma Lilith astutamente li dissuase rivendicando l’incarico affidatole da Dio stesso della custodia dei bambini maschi fino all’ottavo giorno di vita e delle femmine fino ai vent’anni d’età.Gli Angeli tornano sconfitti in paradiso e Dio si vendica con Lilith uccidendole centinaia di figli (Lilim) che generava accoppiandosi con le creature del Mar Rosso. A tale affronto lei risponde aggirandosi nottetempo nelle contrade, orientandosi presso i crocicchi, per cercare e strangolare i neonati (a meno che non siano protetti da talismani recanti i nomi degli angeli che le erano apparsi) e per sorprendere gli uomini durante il sonno sfinendoli fino alla morte con abominevoli amplessi.Ad Adamo fu data una nuova donna, Eva, della quale Lilith era gelosissima e cui uccise buona parte della prole, ed alcune versioni vogliono che fosse lei il serpente che la indusse a disobbedire all’uomo cogliendo il frutto proibito.Per gli Ebrei Lilith passerà definitivamente al rango di Demone femminile raffigurata come donna il cui corpo termina in una coda di serpente.Nella Bibbia cristiana i riferimenti a Lilith sono veramente molto pochi, probabilmente ad opera delle successive riscritture a scopo dottrinale e sacerdotale volte ad esaltare l’obbedienza che la donna deve dimostrare nei confronti dell’uomo, la citazione più esplicita si trova in Isaia 34,14: “I gatti selvatici si incontreranno con le iene, eI satiri si chiameranno l’un l’altro;vi farà sosta anche Lilith e vi troverà tranquilla dimora.”

In questo testo è avvicinata agli animali predatori ricordando anche la sua parentela con gli uccelli notturni il cui urlo inquieta chi lo ascolta, infatti, quando Dio uccise il figli di Lilith, nella notte echeggiarono per molto tempo i suoi lamenti disperati.Secondo l’iconografia cristiana Lilith governa l’inferno, ha l’aspetto di una donna nuda estremamente bella, ha i capelli blu e gli occhi rossi, la pelle è di un colore grigio argenteo; comanda le schiere di succubi e gli amplessi con lei portano alla follia.
“La sua casa sprofonda nella morte, ed il seguirla porta alle ombre. Tutti coloro che la seguono non possono tornare e trovare ancora le vie della vita.”
“I suoi cancelli sono cancelli di morte e dall’entrata della casa se ne va verso Sheol. Nessun che entri tornerà mai, e coloro che la possiedono scenderanno l’Abisso.”
Lilith abita precisamente nel Mar Rosso, ma tutte le notti si leva in volo, gira per il mondo, fruscia contro i vetri delle case dove ci sono dei bambini appena nati e cerca di soffocarli. (…) Altre volte entra in corpo a un uomo e l’uomo diventa spiritato. (…) Poi c’è la storia del seme. È golosa di seme d’uomo, e sta sempre in agguato dove il seme può andare sparso: specialmente fra le lenzuola. Tutto il seme che non va a finire nella matrice della moglie è suo: tutto il seme che ogni uomo ha sprecato nella sua vita per sogni o vizio o adulterio. (…)Vittime della discendenza di Lilith sono anche i poeti maledetti come Baudelaire e Rimbaud:
“Tu, come lama di coltelloSei entratata nel mio cuore in lacrime!Tu, forte come una schieraDi demoni, folle ed in ghingheri,sei venuta a fare del mio spiritoumiliato il tuo letto ed il tuo regno!Tu, infame alla quale son legatoCome il forzato alla catena(…)”(C. Baudelaire: Il Vampiro)
Ed anche Rudyard Kipling, dopo aver visto il quadro del Burne Jones, ha fatto proprio il mito di Lilith nella poesia Il Vampiro:
“(…)Il folle fu spogliato fino all’osso(così come tu ed io!)Cosa che lei ben poteva veder quando lo mise da parte(ma non v’è segno che la madama ci provasse).Così qualcosa di lui visse, ma il più mori -(così come tu ed io)E non è la vergogna e non è la colpaChe brucia come un marchio rovente -È questo scoprire che lei non seppe mai il perché(vedendo infine che mai avrebbe potuto sapere un perchée che mai, proprio, avrebbe potuto capire!)”
La nostra Lilith, nelle sue peregrinazioni notturne ha ormai lasciato testimonianze in moltissimi ambiti narrativi, compaiono apparizioni fugaci nella musica, nei fumetti e nei moderni romanzi di Anne Rice che ha rinvigorito l’origine tutta femminile del mito vampirico; da una molteplicità di divinità ambigue, Lilith è fuggita dalla tradizione religiosa per entrare a far parte del nostro patrimonio folclorico-immaginativo, diventando il simbolo della madre snaturata e dell’amante perversa e non cesserà mai di tormentare, col suo fascino irresistibile, i sogni di coloro che si trovano sul suo cammino.