LEGGE DITTATORIALE

In Francia gli oppositori l’hanno già soprannominata la legge dittatoriale. Porta il nome del primo ministro Jean Castex ed è stata presentata all’Assemblea nazionale.

Il titolo già dice tutto: “progetto di legge che istituisce un regime perenne di gestione dell’emergenza sanitaria“. Se fosse approvata, il passaporto sanitario diverrebbe realtà.

Cosa dice la legge?

L’articolo 1 attribuisce al primo ministro il potere di subordinare la circolazione delle persone, il loro accesso a mezzi di trasporto o a determinati luoghi, nonché lo svolgimento di determinate attività alla somministrazione di un vaccino, a un trattamento curativo o alla presentazione dei risultati di un test di screening. In parole semplici: se non sei vaccinato, sottoposto a determinate cure o a test come i tamponi nasofaringei, per il governo francese devi diventare un cittadino di serie B con meno diritti e senza libertà.

Il Parlamento viene di fatto esautorato di alcuni suoi poteri e funzioni.

Il Ministro della Salute può, con ordinanza motivata, autorizzare l’adozione di misure individuali aventi per oggetto la collocazione e il mantenimento in isolamento delle persone colpite o contaminate dal virus.

Le reazioni alla legge

“E’ chiaramente un disegno di legge dittatoriale e totalitario”, ha commentato Florian Philippot, presidente del partito sovranista “Les Patriotes”, favorevole alla Frexit, cioè all’uscita della Francia dall’Unione Europea. Marine Le Pen, leader del Rassemblement national ha scritto su Twitter che nessun francese può essere trattato come un cittadino di serie B.

https://twitter.com/MLP_officiel/status/1341336386050400264

Le reazioni sono arrivate anche dal mondo giudiziario. Fabrice Di Vizio, avvocato esperto in diritto della sanità pubblica, ha detto che con il disegno di legge Castex è possibile dire addio alla Costituzione e alle libertà individuali.

tweet di vizio

Ha manifestato la sua contrarietà anche il magistrato Charles Prats, membro dell’APM, l’Associazione Professionale dei Magistrati.

Dopo le proteste, il ministro della Salute Olivier Véran ha annunciato martedì sera sulla TF1 che il disegno di legge che istituisce un regime permanente per la gestione delle emergenze sanitarie “non sarà esaminato dal Parlamento nei prossimi mesi, prima di uscire dalla crisi”.

Si tratta di una frase che avrebbe voluto placare le proteste, ma che invece non ha affatto tranquillizzato gli animi e convinto gli oppositori. Del resto, che senso avrebbe discutere di una simile legge a crisi sanitaria terminata?

Lo stesso ministro della Salute ha dichiarato che il vaccino non sarà obbligatorio, ma il contenuto della legge Castex non impone la vaccinazione obbligatoria. Il progetto di legge infatti attribuisce al primo ministro il potere di subordina la circolazione, lo svolgimento di attività e l’accesso a luoghi alla somministrazione del vaccino anti Covid-19, il che, da un punto di vista sostanziale, potrebbe portare allo stesso risultato di una vaccinazione obbligatoria perché il cittadino non vaccinato sarebbe privato di diritti, libertà e della sua vita sociale.

Per questi motivi sono state indette manifestazioni per sabato 26 dicembre a Parigi e in molte altre città francesi.

Cosa dice la nostra Costituzione?

Se un disegno di legge simile fosse presentato in Italia, sarebbe in contrasto con tutto l’impianto della nostra Carta Costituzionale e in particolare con alcuni principi fondamentali in essa stabiliti: con l’articolo 1 che attribuisce la sovranità al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, con l’articolo 3 che stabilisce l’uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini, con l’articolo 13 sulla libertà personale, con l’articolo 32 che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Contro questi progetti che si pongono al di fuori dell’ordine costituzionale è necessario un’opposizione politica in parlamento, giudiziaria nelle competenti aule di tribunale e dinanzi alla Corte Costituzionale, nonché civica e culturale, nelle piazze, in favore del rispetto delle Costituzioni e delle Carte fondamentali dei diritti.

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