Un governo fuorilegge, quello di Giuseppe Conte. Ora, lo dice anche una sentenza, clamorosa, del Tribunale di Roma. Nel mirino ci sono i dpcm con cui sta governando ormai quasi da un anno, atti con cui stravolge le nostre vite infischiandosene del parlamento. E ora, come detto, ha detto la sua un Tribunale, chiamato a esprimersi su un contenzioso in cui è finito un esercizio commerciale da sfrattare per morosità a causa del mancato pagamento canoni per la chiusura imposta dai divieti nell’ambito dell’emergenza coronavirus. E il giudice ha concluso che i dpcm “siano viziati da violazioni per difetto di motivazione” e “da molteplici profili di illegittimità“. Dunque, risultano essere “caducabili”, ossia non producono effetti concreti dal punto di vista giurisprudenziale. E sono da annullare. E ancora, il giudice spiega che i decreti con cui è intervenuto il governo non sono di “natura normativa”, bensì “amministrativa”, e dunque in quanto tali dovrebbero fare riferimento a una legge già esistente. 

E ancora, il tribunale civile di Roma cita  “tutti i Presidenti Emeriti della Corte Costituzionale, Baldassarre, Marini, Cassese”. E ancora, spiega come non vi sia alcuna legge ordinaria “che attribuisce il potere al Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario“. In breve, i dpcm sono incostituzionali. Nella sentenza si legge anche che “hanno imposto una rinnovazione della limitazione dei diritti di libertà”. Invece avrebbero richiesto “un ulteriore passaggio in Parlamento diverso”, che come è noto non c’è mai stato.  “Si tratta pertanto di provvedimenti contrastanti con gli articoli che vanno dal 13 al 22 della Costituzione e con la disciplina dell’art 77 Cost., come rilevato da autorevole dottrina costituzionale”, conclude il giudice. Polverizzando premier Conte.