Il destino della stella madre del Sistema solare è stato previsto da un team internazionale di ricerca in uno studio pubblicato su Nature Astronomy: “Alla fine si trasformerà in una nebulosa planetaria, ma prima che ciò accada, succederanno molte altre cose”.

Quale sarà il destino del Sole? E cosa diventerà alla fine della sua vita? Per anni gli scienziati hanno fatto previsioni su come e quando morirà la stella madre del nostro Sistema solare, ipotizzando gli scenari evolutivi che potrà intraprenderne quando raggiungerà la fine dei suoi giorni, tra circa 10 miliardi di anni. Prima di allora, si verificheranno molti altri eventi, che trasformeranno il Sole (che ha un’età di circa 4,6 milioni di anni) in una stella diversa dalla “nana gialla” che oggi conosciamo.

Il futuro del Sistema solare

Tra circa 5 miliardi di anni, l’astro entrerà in una fase di forte instabilità, chiamata “gigante rossa”, e sarà questo il momento in cui l’idrogeno del suo nucleo, attraverso cui genera energia, sarà totalmente convertito in elio. Questo determinerà un collasso del guscio immediatamente superiore, causato dalla scomparsa della pressione di radiazione delle reazioni termonucleari, che indurrà un incremento termico, fino a temperature tali da innescare la fusione dell’idrogeno negli strati superiori, che provocheranno l’espansione della stella fino all’orbita di Marte, in un processo che inghiottirà anche il nostro pianeta, ammesso che esisterà ancora.

La formazione stellare e la fine di una stella

Una cosa sarebbe però certa: in quel momento sicuramente non ci saremo più. All’umanità rimarrebbe infatti circa un miliardo di anni di vita sulla Terra, che diventerà inabitabile a causa sempre del Sole, che nel frattempo aumenterà del 10% ogni miliardo di anni la sua intensità. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un incremento di poco conto, ma questo aumento sarà sufficiente a causare l’evaporazione degli oceani e rendere la superficie terrestre così calda da non permettere la permanenza dell’acqua.

La morte del Sole

Cosa accadrà dopo la “gigante rossa” si è rivelato più difficile da definire. Un team internazionale di astronomi, che ha elaborato una previsione sulla fine del Sole, ritiene che esaurito ogni processo termonucleare, l’astro rilascerà nello spazio i suoi strati più esterni, creando una “nebulosa planetaria”, cioè una massa luminosa di gas e polvere, mentre le parti interne collasseranno, dando origine a una “nana bianca”.

Questa fine, teorizzata già in precedenza e poi confutata quando altre prove hanno suggerito che la massa del Sole non fosse sufficientemente elevata da formare una nebulosa planetaria, ha trovato conferma nell’ultimo modello teorico elaborato dal gruppo di ricerca guidato dagli astronomi dell’Università di Manchester, nel Regno Unito. “Anche il Sole, alla fine della sua vita formerà una nebulosa planetaria, ma sarà debole” spiegano gli autori della ricerca in una pubblicazione su Nature Astronomy, dando prova che la massa del Sole è circa il limite inferiore per una stella che può produrre una nebulosa visibile.

Si tratta di un bel risultato – ha affermato Albert Zijlstra, astrofisico dell’Università di Manchester e co-autore dello studio – . Non solo ora abbiamo un modo per misurare la presenza in galassie lontane di stelle che hanno qualche miliardo di anni, ma abbiamo anche scoperto cosa farà il Sole quando morirà!”.

Il modello di dati che il team ha creato infatti permesso di prevedere effettivamente il ciclo di vita di diversi tipi di stelle, per capire la luminosità della nebulosa planetaria associata a diverse masse stellari. Queste sono relativamente comuni in tutto l’Universo osservabile e alcune sono particolarmente famose, come la Nebulosa Elica, la Nebulosa Occhio di Gatto, la Nebulosa Anello e la Nebulosa Bolla.