Ci risiamo! Tracce di glifosato, sia pur basse ed entro i limiti di legge, sono state trovate da un nuovo test all’interno degli spaghetti. La presenza di questo erbicida sembra dunque essere un problema costante nella pasta che portiamo in tavola ogni giorno.

Risale solo al gennaio 2021 l’ultimo test che aveva voluto verificare la presenza di tracce di glifosato negli spaghetti. Adesso una nuova analisi, condotta anche stavolta dalla rivista Öko-Test, è arrivata sostanzialmente allo stesso risultato.

Quasi nulla è cambiato in questi mesi: tanti spaghetti (più della metà delle 19 marche testate, esportate in Germania ma molte delle quali prodotte in Italia) contengono al loro interno piccoli quantitativi del controverso erbicida.

Si tratta, lo sottolineiamo, di tracce nei limiti di legge ma che segnalano ancora una volta l’utilizzo massiccio di questo pesticida che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato tra i probabili cancerogeni (mentre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) non ha condiviso questa classificazione).

Come scrive Öko-Test  in merito al glifosato:

i livelli di tracce molto bassi trovati qui non sono estremamente pericolosi.

Ma gli esperti della rivista tedesca ricordano anche i rischi aumentati per le persone che lavorano nei campi o che vivono nelle vicinanze.

Da anni si discute di un possibile divieto del glifosato a livello europeo. Tuttavia, l’Ue nel 2017 ha esteso nuovamente l’approvazione fino alla fine del 2022. Compreso un periodo di transizione, gli agenti contenenti glifosato saranno quindi approvati almeno fino alla fine del 2023. Resta da vedere se successivamente ci sarà o meno un divieto.

Ma torniamo ai risultati del test per capire quali marche contengono tracce di glifosato.

I risultati

Tracce di glifosato sono state trovate in 11 spaghetti tra cui troviamo i marchi Barilla, Buitoni e Combino (Lidl). Le altre marche, che sono vendute principalmente in Germania, le potete vedere nelle seguenti infografiche dove trovate la scritta Glyphosat.

@Ökotest

Oltre al glifosato, alcune marche di spaghetti contenevano componenti di oli minerali e tossine della muffa. In due confezioni di spaghetti nel test gli esperti tedeschi segnalano un contenuto “leggermente aumentato” di idrocarburi (MOSH). Queste sostanze possono accumularsi negli organi e nel tessuto adiposo.

Viene segnalata anche la presenza di Deossinivalenolo (DON) in due confezioni di spaghetti (tra cui Combino di Lidl) in livelli “aumentati”. Con una porzione di questa pasta, scrive  Öko-Test, una persona che pesa 60 chilogrammi consuma più della metà dell’assunzione giornaliera tollerabile.

Il DON è una tossina formata da un fungo che attacca le spighe di grano nel campo. Il problema è che questa sostanza può interferire con il sistema immunitario, acquistare spaghetti che non lo contengono è ovviamente la scelta migliore, considerando anche che il DON si può trovare in altri prodotti a base di cereali. (Leggi anche: Micotossine, finalmente l’Europa propone di abbassare i limiti in cereali e pasta).

Öko-test segnala poi in questa indagine, come nella precedente sugli spaghetti, che l’origine del grano è spesso dubbia. Su molte confezioni di pasta si legge che sono stati prodotte in Italia ma spesso non vi sono informazioni altrettanto dettagliate sul paese di raccolta del grano.

Ma veniamo alle buone notizie, sono 8 gli spaghetti che hanno ottenuto il massimo dei voti e tra questi c’è il marchio De Cecco e il biologico Rapuntzel, che si confermano tra le scelte migliori.

@Ökotest

Fonte: Öko-Test