La bomba a vuoto, o bomba ad implosione (in inglese Thermobaric weapon), è una particolare tipologia di arma convenzionale detta anche bomba termobarica. Quando esplode, durante una prima fase iniziale, l’ordigno disperde nell’atmosfera una certa quantità di idrocarburi che si miscelano con l’aria presente. Subito dopo, si ha una seconda fase in cui tale miscela, opportunamente innescata, brucia molto rapidamente e consuma l’ossigeno atmosferico presente nell’area colpita, con l’effetto finale di creare una depressione molto forte ed una violenta corrente d’aria che è diretta verso il centro della depressione stessa. La reazione chimica associata è una combustione rapida e violenta tra un combustibile (idrocarburi) vaporizzato in goccioline ed un comburente (l’ossigeno atmosferico).

Il calore generato dalla detonazione è tale da uccidere le persone presenti nell’area colpita, e l’onda d’urto associata, che converge verso il centro dell’implosione, è capace di distruggere gli edifici nella zona.

Al di fuori del campo di impiego militare, vi sono stati diversi incidenti esplosivi che sono imputabili all’effetto chimico-fisico di cui sopra, cioè quello in cui un combustibile dapprima si disperde finemente nell’aria miscelandosi con essa e successivamente, trovando un innesco, detona con violenza, distruggendo un’area ben maggiore di un semplice incendio causato dalla stessa quantità di combustibile. Si ricordi per esempio il caso del tremendo incidente ferroviario di Viareggio avvenuto il 29 giugno 2009, in cui da una cisterna di GPL ribaltata è fuoriuscito del gas che, mescolandosi con l’aria, ha creato una miscela esplosiva stratificata verso il basso. A seguito di un innesco, la miscela è detonata, coinvolgendo un’area di 300 metri di diametro e provocando il danneggiamento o la demolizione di diverse abitazioni.