Soprannominata “Wolfe Disk” in onore dell’astronomo Arthur M. Wolfe, oltre ad essere straordinariamente precoce, è la galassia a disco rotante più lontana mai osservata finora. La sua scoperta sfida i modelli tradizionali di formazione galattica

Gli astronomi del National Radio Astronomy Observatory utilizzando l’Atacama Large Millimeter submillimeter Array (ALMA) hanno realizzato una scoperta che ha dell’incredibile. Hanno identificato un’enorme galassia dal disco rotante, già ben formata a soli 1,5 miliardi di anni dal Big Bang. Si tratta di una scoperta prima nel suo genere che mette in discussione i tradizionali modelli di formazione galattica. 

Secondo le osservazioni attuali, infatti, l’universo ha circa 13,8 miliardi di anni e la maggior parte delle galassie che lo compongono sono nate gradualmente e hanno iniziato a mostrare un disco ben delineato solo circa sei miliardi di anni dopo il Big Bang. 

La scoperta nel dettaglio

“Alcuni studi precedenti avevano suggerito l’esistenza di queste galassie a disco precoci, ricche di gas e in rotazione, ma grazie ad Alma ora abbiamo prove inequivocabili della loro esistenza già 1.5 miliardi di anni dopo il Big Bang”, ha spiegato  Marcel Neeleman del Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg, in Germania, coordinatore dello studio. 

La “nuova” galassia Dla0817g, descritta sulle pagine della rivista specializzata Nature e soprannominata “Wolfe Disk” in onore dell’astronomo Arthur M. Wolfe, oltre ad essere straordinariamente precoce, è la galassia a disco rotante più lontana mai osservata. Caratterizzata da una velocità di rotazione di 272 km, paragonabile a quella della Via Lattea, può essere collocata all’epoca in cui l’Universo aveva solo il dieci per cento della sua età attuale. 

“La maggior parte delle galassie che troviamo nelle prime fasi dell’Universo ricordano piuttosto un disastro ferroviario, essendo l’esito di fusioni imponenti e spesso violente”, ha spiegato Neeleman. “Fusioni calde che difficilmente conducono a dischi rotanti freddi e ben ordinati come quelli che osserviamo nell’universo attuale”.

Le ipotesi sulla sua formazione 

L’età della nuova galassia suggerisce probabilmente che nella sua crescita siamo intervenuti processi non ancora noti. “Riteniamo che la Wolfe Disk sia cresciuta principalmente attraverso l’apporto costante di gas freddo”, ha spiegato J. Xavier Prochaska, dell’Università della California a Santa Cruz, tra i ricercatori che hanno condotto lo studio. “Tuttavia, una delle questioni che rimane aperta è come sia possibile assemblare una massa di gas così grande mantenendo, al tempo stesso, relativamente stabile un disco in rotazione”.