Nell’ippocampo, fondamentale per apprendimento e memorizzare i ricordi, ci sarebbe una riserva di staminali in grado di generare nuove cellule nervose per tutta la vita 

Tenere in allenamento memoria e apprendimento per una vita intera può essere estremamente faticoso, ma il cervello umano possiede un segreto per farlo. Esistono infatti staminali che nel corso degli anni, quindi anche nell’età adulta, forniscono continuamente una nuova scorta di cellule nervose all’ippocampo, una parte del cervello fondamentale per apprendere, ricordare e per la regolazione dell’umore. La scoperta giunge da una ricerca pubblicata su Cell e realizzata dalla Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania. I risultati ottenuti spiegano come i mammiferi siano in grado di migliorare costantemente queste capacità cerebrali.

Memoria: l’aiuto delle staminali che dura una vita

Molti anni fa, gli scienziati erano convinti che i mammiferi entrassero nell’età adulta possedendo già i neuroni necessari ad affrontare l’intera esistenza. Studi eseguiti negli anni ’60 e ’90 avevano intuito la possibilità che le cose stessero diversamente, ponendo la base per il più recente lavoro coordinato da Hongjun Song e Guo-li Ming. Insieme al proprio team, i due ricercatori hanno individuato nei topi alcune cellule staminali neurali, etichettandole nelle prime fasi dello sviluppo cerebrale così da riconoscerle e poterne seguire lo sviluppo nel corso del tempo. In questo modo, gli scienziati hanno potuto osservare come lungo gli anni questi ‘precursori’ fossero in grado di generare di continuo nuove cellule nervose nell’ippocampo.

Così il cervello mantiene giovani memoria e apprendimento

Secondo il coautore Song, prima di questo studio era pressoché impossibile capire come alcune specifiche parti del cervello, tra cui appunto l’ippocampo ma anche il bulbo olfattivo, riuscissero a generare nuovi neuroni. “Per la prima volta abbiamo che lo sviluppo del cervello di un mammifero è un processo ininterrotto fin dall’inizio, capace di durare per tutta la vita”. Sebbene questo meccanismo, definito di ‘neurogenesi’, debba essere ulteriormente approfondito, sia per capirne il funzionamento esatto a livello molecolare che per trovare nuovi modi per migliorarlo o preservarlo, i risultati ottenuti sono già di per sé molto preziosi, aiutando a far capire “come il cervello sia in grado di mantenere giovani le abilità di apprendimento e memoria”, spiega Ming. Riuscendo in futuro a controllare questo processo, inoltre, “potremmo essere capaci di riparare o rigenerare alcune parti del cervello”.