Younger and older woman with hourglass

Passa attraverso la flora intestinale uno dei segreti per mantenersi giovani. A dirlo è un lavoro di un gruppo di ricerca internazionale guidato dalla Nanyang Technological University di Singapore

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I batteri presenti nell’intestino possono alterare il processo di invecchiamento, almeno secondo uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale guidato dalla Nanyang Technological University di Singapore. E questa scoperta, che ha visto partecipare anche luminari inglesi ed australiani ed è stata pubblicata sulla rivista ‘Science Translational Medicine’, potrebbe contribuire ora alla possibilità di portare allo sviluppo di nuovi trattamenti alimentari per rallentarlo.

I test sui topi

Tutti gli organismi viventi, compresi gli esseri umani, coesistono con una miriade di specie microbiche che vivono dentro di essi e le ricerche condotte negli ultimi 20 anni hanno certificato l’importanza del loro ruolo, in diversi ambiti. Da qui, l’idea di approfondire il tema che i ricercatori di Singapore hanno sviluppato servendosi di alcuni topolini da laboratorio, con 6 settimane di vita, in cui sono stati trapiantati microbi intestinali provenienti da topi dell’età di 24 mesi. Dopo otto settimane, i giovani topi hanno manifestato un aumento della crescita dei villi intestinali e la produzione di neuroni nel cervello, nota come neurogenesi. Il team di lavoro ha dimostrato che l’aumento della neurogenesi era dovuto ad un arricchimento di microbi intestinali che producono uno specifico acido grasso a catena corta, chiamato butirrato. Quest’ultimo viene prodotto attraverso la fermentazione microbica delle fibre alimentari nel tratto intestinale inferiore e ha la capacità di stimolare la produzione di un ormone, chiamato in gergo scientifico ‘Fgf21’, che svolge un ruolo importante nella regolazione dell’energia e del metabolismo del corpo. I ricercatori hanno quindi dimostrato che somministrare butirrato ai giovani topi, privi di germi, ha avuto gli stessi effetti della neurogenesi negli adulti.

Una scoperta sorprendente

“Abbiamo scoperto che i microbi raccolti da un topo più adulto hanno la capacità di supportare la crescita neurale in un topo più giovane”, ha affermato il professor Sven Pettersson, della NTU. “Questa è una scoperta sorprendente e molto interessante, soprattutto perché possiamo imitare l’effetto neurostimolatorio utilizzando solo il butirrato”. Quest’ultimo poi, aggiunge l’esperto, potrebbe avere qualche implicazione nella riparazione e nella ricostruzione cerebrale in casi come l’ictus, un danno spinale o semplicemente attenuare l’invecchiamento accelerato e il declino cognitivo.

Gli effetti negativi dell’invecchiamento

Il team di scienziati ha quindi esplorato gli effetti dei trapianti di microbi intestinali dai topi adulti ai giovani sulle funzioni dell’apparato digerente. Con l’età, la vitalità delle piccole cellule intestinali si riduce e questo è associato alla ridotta produzione di muco che rende le cellule intestinali più vulnerabili ai danni e alla morte cellulare. Tuttavia, l’aggiunta di butirrato aiuta a regolare meglio la funzione di barriera intestinale e riduce il rischio di infiammazione. Gli scienziati infatti hanno scoperto che i topi che ricevono microbi da un donatore adulto hanno beneficiato di un aumento dei villi intestinali, che compongono la parete dell’intestino tenue. La scoperta mostra che i microbi intestinali possono compensare e sostenere un corpo che invecchia attraverso la stimolazione positiva. Questo indica un nuovo potenziale metodo per affrontare gli effetti negativi dell’invecchiamento imitando l’arricchimento e l’attivazione del butirrato. “Siamo in grado di concepire futuri studi sull’uomo in cui testeremo la capacità dei prodotti alimentari con butirrato di sostenere l’invecchiamento sano e la neurogenesi degli adulti”, ha concluso il professor Pettersson.