Quello che doveva rivelarsi il vaccino più semplice ed economico è diventato “un fiasco totale”. AstraZeneca infatti avrebbe dovuto risolvere i problemi della vaccinazione di massa in Europa invece ha solo scatenato problemi e sospetti. Perché prima ancora della polemica sui possibili effetti collaterali, tra l’Europa e il laboratorio anglo-svedese c’è stata confusione sui dati: in primis, riporta La Repubblica, sull’immunità che doveva essere garantita dalla prima dose, l’effetto sulle persone oltre i 55 anni e poi la protezione contro le varianti.  Poi c’è stato il caos sulle consegne tra ritardi, cancellazioni, scuse campate in aria. Tant’è che dei 120 milioni di dosi promesse alla Ue per il primo trimestre si è scesi a 30 milioni.  “È un clamoroso fiasco“, dice una fonte della task force dei vaccini a Parigi, che parla anche di gravi errori di management.

Peraltro  il Ceo di AstraZeneca, il francese Pascal Soriot, è andato in Australia a trascorrere l’inverno. E anche per colpa del fuso orario, comunicare con lui è diventata un’impresa. Il sospetto è che dietro agli imprevisti sulle consegne dei vaccini ci possa essere la scelta di favorire Paesi extra-Ue, come il Regno Unito dove AstraZeneca ha fornito già 9,7 milioni di dosi. “Le ipotesi sono due: AstraZeneca ha sopravvalutato le sue capacità industriali o ha consegnato dosi dove non avrebbero dovuto essere consegnate” dice ora la ministra francese all’Industria, Agnès Pannier-Runacher.

L’azienda si giustifica dicendo prima che il laboratorio di controllo irlandese che deve effettuare i test clinici su alcuni lotti ha avuto ritardi, poi che  c’era stato un rallentamento in una delle fabbriche in Belgio. Insomma, ce n’è sempre una. Il gruppo ha infine sperato di compensare i buchi in Europa importando 10 milioni di dosi prodotte dal Serum Institute of India, ma l’esportazione è stata bloccata dal governo di Delhi. E la stessa cosa hanno fatto gli Stati Unti. Nessuno vuole esportare.  

E ora non resta che affidarsi a Pfizer e Moderna.